Ci sono due categorie di vacanzieri che vanno al mare: quelli che appena arrivati si catapultano in acqua; e altri che si ungono come tacchini il giorno del ringraziamento, per ottenere un colorito da far schiattare i colleghi.
Quelli che come me sono nati con una carnagione dalle cinquanta sfumature di bianco sanno invece che la strada per il bagnasciuga è lastricata d’insidie. Negli anni la pigrizia mi ha fatto smettere di ricorrere ai mille rimedi per evitare la scottatura, optando per il caro e vecchio ombrellone.
Quindi mentre una una mia coetanea media si diletta a giocare a racchettoni, a scattarsi accattivanti selfie in riva al mare, o a fare la romanticona che raccoglie conchiglie, io mi rinchiudo in una sorta di oasi ombrosa, dove devo far trascorrere il tempo tra un bagno e l’altro.
Ed è a questo punto che è comparso l’eroe dei pomeriggi estivi: la merceria vicino alla spiaggia.
Una me di un universo parallelo ha fatto capolino un giorno, facendomi entrare in negozio. Qui presa da un illogico desiderio di gomitoli, ne sono uscita con un kit composto da cotone,uncinetto e una buona dose di “adesso faccio…”.
Se questo post fosse un film, nel fotogramma successivo vedreste la sottoscritta che sferruzza a quaranta gradi all’ombra, tutta tronfia. Ovviamente nel giro di pochi minuti intorno a me si sono create due fazioni, quelli “Dio ma l’hai vista? E’ impazzita?”, in contrapposizione a una piccola cerchia di over 60 interessatissime e ispirate.
Al rientro in ufficio avevo prodotto bustine porta oggetti come se non ci fosse un domani, certo è che la mia carnagione ricordava più quella di un evaso, che non quella di una persona di ritorno dalle vacanze.
Da li la folgorazione: sarei diventata Tintarella di lana e avrei condiviso nell’etere gioie e dolori di una crafter moderna.